Descrizione
Con questa denominazione il vitigno è noto nel Barese e nel Brindisino, mentre nel Leccese è attualmente conosciuto con il sinonimo di San Nicola. Indagini genetiche ne hanno indicato l’origine da un incrocio (probabilmente spontaneo) tra Somarello e Carricante (Lacombe et al., 2013), quest’ultimo un vitigno ad uva bianca tipico dell’area etnea, ma recuperato anche in Puglia proprio nell’ambito di questo progetto. Considerando i sinonimi storici, il nome di Notardomenico (Notar Domenico) parrebbe derivare da un nome proprio di persona, di cui però non si sono recuperate tracce.
Notizie storiche
La denominazione Notardomenico è citata da alcuni autori dopo la metà del XIX secolo (Perelli, 1874; Di Rovasenda 1887; Fonseca 1892a) e probabilmente la stessa varietà era nota nel circondario di Bari anche con i sinonimi Guara Domenico, Nero Domenico o Gallioppo (Frojo, 1878; Frojo, 1883).
Domenico Frojo e Vincenzo Licci (1881) descrivono il Pier Domenico di Martina Franca (TA), le cui caratteristiche ben corrispondono al vitigno di cui si tratta in questa sede. Giuseppe Frojo (1875) e Licci e Frojo (1881) delineano i caratteri salienti del vitigno detto Sò Nicola a Faggiano e a San Giorgio Ionico (TA) e la cui morfologia sembra corrispondere al Notardomenico.
Il sinonimo San Nicola, con cui è stato individuato di recente, è anche riportato da Fonseca (1892a) nel Gallipolino (LE).
Descrizione morfologica
Germoglio: apice aracnoideo, verde con punte delle foglioline appena rosse. Foglioline apicali a coppa, verde chiaro sfumate di rame, appena aracnoidee inferiormente. Quarta fogliolina piana, verde appena ramata, lucida e con denti pronunciati, quasi glabra inferiormente.
Tralcio erbaceo: con portamento eretto, internodi medio-corti, verde chiaro su entrambi i lati o con strie sottili ma evidenti su quello dorsale. Viticci medio-lunghi, verdi.
Foglia: medio-piccola, pentagonale, con lobi laterali divergenti, trilobata o pentalobata, con seni laterali poco profondi e denti terminali dei lobi molto allungati. Lembo con profilo a coppa, verde chiaro, sottile, liscio o poco bolloso, talora con deboli increspature o depressioni. Seno peziolare a graffa, chiuso o poco aperto. Nervature verdi, quelle dei due lobi laterali saldate alla base. Denti pronunciati, a margini rettilinei o concavo-convessi. Pagina inferiore glabra. Picciolo medio-corto, verde giallastro.
Grappolo: di media grandezza, cilindro-conico allungato, con ali, (lunghezza media 14,78 cm; larghezza media 14,4 cm). Peduncolo di media lunghezza, erbaceo, verde-rosato. Pedicelli lunghi con cercine talora un po’ rosato. Inserzione del grappolo prossimale al 2° - 3° nodo.
Acino: medio o medio-grande, di forma variabile da ellissoidale corto ad ovoide (Ø long. 17 mm; Ø equat. 15 mm; Ø long. / Ø equat. 1,13). Buccia pruinosa, di colore nero-bluastro, piuttosto spessa ma poco tenace, non astringente né acida. Polpa fluida piuttosto densa, dolce e poco acida, a sapore neutro.
Diffusione, coltura e utilizzazione in Puglia
Il Notardomenico era coltivato prevalentemente nel sud Barese, in particolare nei comuni di Casamassima, Conversano, Gioia del Colle, Santeramo in Colle, Turi (Perelli, 1874; Frojo, 1878; Netti, 1882; Fonseca, 1892a; Musci, 1922). Altri autori ne testimoniano la presenza nel Tarantino (Frojo, 1875; Licci e Frojo, 1881) e nel circondario di Gallipoli (Fonseca, 1892a). Era allevato prevalentemente ad alberello, coltivato come uva da vino su piccola scala (Perelli, 1874; Licci e Frojo, 1881). Il Notardomenico ha una buona tolleranza alla peronospora e poca sensibilità ai marciumi. Attualmente in Puglia interessa una superficie di appena 0,7 ha di cui 0,2 nella provinca di Bari e 0,5 nel Brindisino (AGEA, 2015). Il Notardomenico è presente in 5 IGP pugliesi: Murgia, Puglia, Salento, Tarantino, Valle d’Itria.
Caratteristiche vegeto-produttive e tecnologiche (medie triennali in collezione)
Germogliamento: prima decade di aprile
Fioritura: prima decade di giugno
Invaiatura: ultima decade di agosto
Maturazione dell’uva: ultima decade di settembre
Fasi fenologiche corrispondenti a quelle della varietà Sangiovese tranne che per la fioritura che risulta invece più tardiva.
Habitus vegeto-produttivo: portamento da eretto a semi-eretto
Fertilità reale: 1,95
Peso medio del grappolo (g): 271
Peso medio dell’acino (g): 2,26
Indice di Ravaz: 4,84
Caratteristiche del vino sperimentale: vino di colore rosso rubino, con riflessi violacei. Prevalgono le note aromatiche e di speziato, non mancano i sentori di frutta matura. Abbastanza equilibrato nel complesso. Il titolo alcolico e il contenuto in antociani totali, moderati, lo rendono adatto all’ottenimento di vini rosati in purezza o in taglio con altre varietà.